Io personalmente penso che i single player oggi non ottengano lo stesso riconoscimento che meritano, se non rare eccezioni.
Li vedo come la modalità migliore in termini di apprendimento delle basi e del tema del gioco, per conoscere i personaggi e soprattutto la buona storia. Preferisco una buona trama e un tema coinvolgente invece di un semplice gioco multiplayer senza alcun senso se non quello di sfida. Sono spesso attratto dal singleplayer più che dai multiplayer. Mi sento più a mio agio a giocare in modalità giocatore singolo.
Nel singleplayer ho più tempo per assorbire l’atmosfera, i personaggi e l’ambiente nel mondo dei videogiochi. In multiplayer, mi sento agitato e non ho quel tempo di gioco per fare una cosa del genere, specialmente durante le partite competitive (deathmatch e così via).
Parlando di questo argomento come un gamer che predilige il single player ecco qual’è la sensazione che meglio credo possa descrive l’esperienza SinglePlayer e MultiPlayer:
– Quando muoio o non riesco in una sfida in una partita a giocatore singolo, anche se ho provato a fare del mio meglio, non mi sento “male” perché so che ho fatto il possibile e non trovo difficile per me provare di nuovo. In multiplayer, per quanto mi piaccia provare diverse categorie di giochi, di solito non sono molto bravo rispetto ad altri gamer … quindi che succede? Perdo e la mia classifica inizia a mostrare una “Scarsa valutazione”. Ottenendo tutto l’odio e le risate degli altri giocatori. Essere chiamato noob e umiliato da altri.
Sul singleplayer, mi sento come se il mio personaggio fosse incredibilmente potente e superiore rispetto ad altri personaggi e NPC. In multiplayer con il mio voto scarso non è una bella sensazione.

Voi quale categoria preferite? Quali sono le vostre sensazioni quando giocate entrambe le modalità?
Sono nato nel 1988, originario di Adrano, un paesino del Catanese. Grazie al mio percorso di studi presso l’Accademia Di Belle Arti Di Palermo, in Progettazione&Design ho sempre accolto l’Arte nella mia vita quotidiana, ritenendola una fonte d’ispirazione in grado di mantenermi vivo.
La passione per i videogiochi mi accompagna sin da bambino, dall’età di 11 anni, una passione che muta nel tempo, continuamente, verso generi complessi e diversi anche se prediligo il genere Survival/Horror e il genere Fantasy… Quindi potete immaginare che bella infanzia! Cerco sempre l’arte anche attraverso i videogame ponendo attenzione al “termine”.
Nel mio mondo un po’ strambo sono presenti il pensiero filosofico di Kandinsky e l’occhio per il particolare di Gustav Klimt!
Nella mia vita amo essere una persona con una trasparenza stratificata, perché credo sia l’unico modo per poter vivere sperimentando e imparando ad ogni occasione che si presenta, arricchendosi sempre di qualche strato nuovo in più!