Star Wars Jedi: Fallen Order è stato realizzato dal game director Stig Asmussen, colui che diresse God of War 3 e quindi questo avrebbe dovuto già farci pensare alla qualità dell’ultimo progetto dedicato alla saga.
Star Wars Jedi: Fallen Order, anche se non porta nulla di nuovo nel genere action-adventure, amalgama gli elementi vari e riesce a creare un vero e proprio gameplay solido, con poche pecche.
Con questo nuovo capitolo vivremo una storia davvero originale ambientata cinque anni dopo Star Wars: Episodio III – La Vendetta dei Sith, con l’Impero che intende eliminare ogni traccia dei Jedi dopo l’esecuzione dell’Ordine 66. Nei panni del giovane Padawan Cal Kestis, da tanto tempo in fuga dall’epurazione, saremo impegnati a ricostruire l’Ordine, indagando su misteri di un’antica civiltà estinta e svelando una nuova speranza. Inizieremo un viaggio intergalattico a bordo della Mantis, in compagnia del capitano Greez e Cere, un ex Cavaliere Jedi.
Compagno sempre presente sarà un droide BD-1, con abilità preziose da sbloccare. Questa nuova storia ci porterà lungo cinque pianeti e non mancheranno momenti esaltanti per i fan della saga e per gli amanti del genere.
Star Wars Jedi: Fallen Order completa quella che è un’impresa immensa, ovvero coniugare una storia ben narrata per incastonarla nell’universo creato da George Lucas.
Cal durante il viaggio acquisirà importanti potenziamenti che espanderanno, sia le possibilità concesse dal sistema di combattimento, sia la qualità dell’esplorazione, mostrando quanto curato sia il design delle mappe, simile a quelle di God Of War.
La percentuale di completamento di ogni pianeta lascia molto spazio all’esplorazione, preponderante in Star Wars Jedi: Fallen Order e le abilità sbloccabili durante la storia sono la chiave di volta per accedere a zone inizialmente bloccate.
Star Wars Jedi: Fallen Order mostra un dinamismo differente da tutti gli altri titoli della saga, infatti Cal può correre brevemente lungo i fianchi di formazioni rocciose e strutture, usare la Forza per attirare a se liane, allontanare ostacoli, sbloccare ponti, eseguire doppi salti e scalare imponenti pareti.
Oltre alle abilità principali ce ne saranno altre correlate, divise in ramificazioni di un unico albero delle abilità.
Per ottenere un punto abilità bisognerà riempire la barra esperienza sconfiggendo nemici e boss facoltativi, trovando segreti o scovando dettagli e file che approfondiscono la lore e il mondo di gioco.
Star Wars Jedi: Fallen Order dimostra che, sulle basi di un combat system basilare, si può costruite una variante che riesce a soddisfare soprattutto chi deciderà di affrontare il gioco ai livelli più alti di difficoltà che può essere cambiata in qualunque momento e non ci sono restrizioni. Non si notano cambi da parte dei nemici standard ma cambierà il quantitativo di danni inflitti e subiti, assieme al timing per la finestra della parata e del parry.
Il parry è il modo di reagire prontamente agli attacchi avversari, o rispedire al mittente gli stessi proiettili laser che avrebbero potuto colpirvi in situazioni di disattenzione.
Le fasi “adventure” ricordano quelle di Uncharted e Tomb Raider, con la presenza di enigmi ambientali, che richiedono l’uso del pensiero e la manipolazione degli oggetti tramite l’ausilio della Forza. Star Wars Jedi: Fallen Order non perde mai ritmo anche se le fasi iniziali sono lente, è un progetto coeso in tutte le sue parti, senza mai essere riempitivo e anche ripetitivo.
Si notano le conseguenze della premura avuta da EA, che non voleva perdere la finestra di lancio pre-natalizia e la concomitanza con film e serie tv legati alla saga, non concedendo a Respawn un paio di mesi in più per rifinire il titolo, ma nonostante questo può contare di un ottimo lato tecnico, ottime anche le espressioni facciali e la resa recitativa dei personaggi.
Possiamo quindi dire che Respawn ce l’ha fatta e alla grande, portandoci uno dei migliori videogiochi di Star Wars, una action-adventure che saprà soddisfare in modo deciso.
Pro
• Action-adventure solido
• Mescola in modo perfetto tutto il meglio che il genere è in grado di offrire
• Ottime scelte estetiche e ottima caratterizzazione dei personaggi, della storia e delle ambientazioni
Contro
• Non c’è nulla d’innovativo
• Mancano alcune rifiniture tecniche
Sono nato nel 1988, originario di Adrano, un paesino del Catanese. Grazie al mio percorso di studi presso l’Accademia Di Belle Arti Di Palermo, in Progettazione&Design ho sempre accolto l’Arte nella mia vita quotidiana, ritenendola una fonte d’ispirazione in grado di mantenermi vivo.
La passione per i videogiochi mi accompagna sin da bambino, dall’età di 11 anni, una passione che muta nel tempo, continuamente, verso generi complessi e diversi anche se prediligo il genere Survival/Horror e il genere Fantasy… Quindi potete immaginare che bella infanzia! Cerco sempre l’arte anche attraverso i videogame ponendo attenzione al “termine”.
Nel mio mondo un po’ strambo sono presenti il pensiero filosofico di Kandinsky e l’occhio per il particolare di Gustav Klimt!
Nella mia vita amo essere una persona con una trasparenza stratificata, perché credo sia l’unico modo per poter vivere sperimentando e imparando ad ogni occasione che si presenta, arricchendosi sempre di qualche strato nuovo in più!